Malgrado i professionisti del marketing tentino di inventarsi modi sempre nuovi e creativi per reclamizzare i prodotti ed incrementare le vendite, gli utenti di internet diffidano più che mai delle inserzioni pubblicitarie a pagamento. Le statistiche dell’anno scorso fornite da eMarketer mostrano che negli USA il numero di utenti che usano blocchi per le pubblicità aumenta col tempo, e continuerà ad aumentare.
La situazione nei Paesi europei è più o meno la stessa, come si può vedere nelle immagini qui di seguito.
La ragione per usare i blocchi degli annunci è semplice: la gente si è stancata delle pubblicità, e le trova intrusive.
Oggigiorno, gli utenti del web desiderano una fruizione degli annunci più personale ed autentica, e questo spiega la popolarità del “native advertising”, o “pubblicità nativa”.
COSA È ESATTAMENTE IL NATIVE ADVERTISING?
Secondo Wikipedia, “il Native advertising (o pubblicità nativa) è una forma di pubblicità sul world wide web che, per generare interesse negli utenti, assume l’aspetto dei contenuti del sito sul quale è ospitata”. Intendendo con “forma” che gli annunci “nativi” sono conformi alla progettazione visiva di una determinata piattaforma, e con “funzione”, che appaiono come se si trattasse di contenuti naturali.
Detto in parole semplici, gli annunci nativi non hanno proprio l’aspetto di annunci. Appaiono invece come altri elementi del contenuto creato per una piattaforma, e pertanto tali annunci sono molto meno intrusivi e non risaltano in maniera negativa.
Il 70% degli utilizzatori preferisce conoscere i prodotti attraverso i contenuti piuttosto che le pubblicità tradizionali.
COSA PUÒ ESSERE CONSIDERATO NATIVE ADVERTISING?
Se la pubblicità nativa non appare proprio come della pubblicità, come la distinguiamo dal resto dei contenuti?
Secondo la IAB Native Advertising Task Force, esistono sei tipi di pubblicità nativa:
- Annunci “In-feed”
- “Paid search ads”, o annunci di ricerca a pagamento
- “Promoted listings”, ovvero contenuti promozionali inseriti in elenchi di prodotti
- Suggerimenti di contenuti
- Annunci IAB standard, con elementi “nativi” / in-ads
- Personalizzati/altri
In quest’articolo ci occupiamo dei primi cinque.
1: IN-FEED ADS
Gli annunci di questo tipo appaiono in mezzo ad altri contenuti in una “sezione notizie” o lista di contenuti. Si presentano di solito in una di queste due forme:
- La prima versione è creata dal team redazionale di un editore, in collaborazione con un marchio. Corrisponde alla funzione ed al contenuto della piattaforma, e per dare un esempio si presenta così:
- La seconda versione di un annuncio “In-feed” conduce l’utente fuori dal sito dell’editore, verso il contenuto che si sta promozionando. Appare in questo modo:
2: PAID SEARCH ADS
Se cominciate a ricercare qualcosa su Google o altri motori di ricerca, vedrete degli annunci a pagamento che spuntano per primi fra i risultati. Notate come il loro aspetto imiti i risultati organici di ricerca: in questo modo, gli annunci di questo tipo appaiono meno intrusivi. Se non si presta loro molta attenzione, li si potrebbe confondere con un risultato naturale della ricerca,
3: PROMOTED LISTINGS
Date un’occhiata ai risultati di questa ricerca su Etsy:
I primi tre elementi sono reclamizzati; ma ve ne potete accorgere solo da una piccola icona “Ad” nell’angolo in alto a sinistra. Poiché i contenuti promozionali sono fatti generalmente per siti che non hanno contenuti editoriali, vengono disegnati in modo tale che appaiano praticamente identici agli altri prodotti o servizi che si possono trovare su un determinato sito web.
Tali contenuti sono di solito mirati in maniera molto specifica, e creati per generare una risposta diretta da parte del consumatore.
4: SUGGERIMENTI DI CONTENUTI
Questo è un esempio di come appaiono gli annunci nativi con suggerimenti di contenuti:
Se cliccate su uno di questi link, esso non si aprirà sul sito web della CNN; vi ridirigerà invece verso un altro sito, di cui si sta facendo la promozione: Reader’s Digest, OPEN Forum, o un altro fra quelli elencati nell’esempio.
Coloro che stessero visitando il sito web della CNN potrebbero cliccare su uno di questi annunci per i seguenti motivi:
- Hanno fiducia della CNN e si fidano quindi anche dei suoi suggerimenti
- Pensano che si tratti di un altro articolo della CNN
- Sono incuriositi dal titolo di un annuncio
Questo tipo di pubblicità nativa è uno dei più vantaggiosi: gli inserzionisti pagano per numero di visite o di clic, ed in cambio ottengono che il loro annuncio venga condiviso su diversi siti web.
5: ANNUNCI IAB STANDARD
Questi sono gli annunci che vengono mostrati in contenuti IAB standard, e sono noti anche come “in-ads”.
Come potete vedere, essi sono piazzati al di fuori del blocco di contenuto principale. Ma comunque, sia il loro contenuto che il loro design restano pertinenti alla piattaforma. I consigli di moda su Pinterest potrebbero risultare interessanti per chi legge le pubblicazioni Buzzfeed sulla moda. Proprio come i suggerimenti di contenuti, anche gli annunci standard IAB sono mirati in maniera precisa.
I VANTAGGI DEL NATIVE ADVERTISING
Abbiamo già capito che il native advertising appare come più organico e meno intrusivo rispetto agli annunci tradizionali. Ma questo non è il loro unico lato positivo.
Il native advertising presenta i seguenti vantaggi:
- Ispira maggiore fiducia: Uno studio di Time Inc. del 2017 mostra che il 90% dei consumatori accorda maggior fiducia ai contenuti “brandizzati” che alla pubblicità tradizionale.
- Viene visto con maggiore frequenza: I consumatori guardano gli annunci nativi con una frequenza del 53% maggiore rispetto ai banner pubblicitari.
- Fa crescere le vendite: Lo studio di cui sopra mostrava anche che gli annunci nativi registravano un 18% in più di intenzioni d’acquisto, ed il 9% in più di affinità di marchio, rispetto agli annunci su banner.
- Ha elevati tassi CTR: Secondo un rapporto di AppNexus del 2018, i CTR (o “percentuali di clic”) per gli annunci nativi sono 8,8 volte più elevati rispetto alla media degli annunci.
- Funziona bene per la diffusione del marchio su dispositivi mobili. In un rapporto di eMarketer del 2013, il 97% di chi faceva marketing su apparecchi mobili affermava che gli annunci nativi per questi dispositivi erano efficaci, o molto efficaci.
Le cifre parlano da sole; il native advertising è davvero efficace nel catturare l’attenzione del consumatore, nell’indurlo ad acquistare da voi, cliccare su un link verso il vostro sito e così via. Se volete restare competitivi nel mondo del commercio elettronico, dovreste prendere in considerazione l’impiego del native advertising.