Rapidamente: nominate la prima cosa che vi viene in mente quando pensate alla Corea! Sì, le olimpiadi invernali qualche volta si tengono lì. Di fatto, è parte di una penisola, a sud dell’altra Corea. È anche l’undicesima maggiore economia mondiale. E se pure il coreano non è una delle lingue “di migranti” più parlate, delle comunità cospicue esistono nelle grandi città di tutto il mondo. Si contano 76 milioni di parlanti madrelingua; questo fa del coreano la 17ª lingua più parlata. Apprendere il coreano, però, non è facile. È una lingua quasi completamente “isolata”; in altri termini, non ha in comune molte analogie con altre lingue. La si crede derivata dalla lingua Jeju.
1: IL COREANO È DIFFICILE DA IMPARARE PER GLI ANGLOFONI
Padroneggiare il coreano è cosa ardua. Il motivo? Un ordine delle parole molto differente, un sistema di onorifici elaborato, che determina le terminazioni dei verbi, ed in generale una strabiliante gamma di terminazioni di sostantivi e verbi. La buona notizia? Apprendere le basi è abbastanza facile. L’alfabeto, per lo meno, è più semplice del cinese. Non usa tonalità. Ed inoltre non ha generi, né numeri grammaticali, né articoli da imparare (come invece in francese o in tedesco).
2: IL COREANO HA IL SUO PARTICOLARE SISTEMA DI SCRITTURA
Hangul è il nome dell’alfabeto coreano. Fu creato nel XV secolo dal re Sejong il Grande. Prima di allora, i coreani adoperavano l’alfabeto ed i caratteri cinesi (chiamati Hanja). Questi risultavano difficili da padroneggiare per le persone comuni, così venne creato lo Hangul per favorire l’alfabetizzazione. È formato da 14 consonanti e 10 vocali; le lettere sono raggruppate in blocchi sillabici.
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3: IL COREANO CONDIVIDE SIMILITUDINI CON ALTRE LINGUE?
La lingua coreana appartiene alla famiglia delle lingue altaiche. È in relazione con il turco, il mongolo, ed il mancese (un dialetto cinese). Sul piano grammaticale, il coreano è prossimo al giapponese. Comprende anche molti vocaboli di origine cinese. Pertanto, apprendere il coreano vi darà un certo vantaggio nell’apprendimento del giapponese, come anche un po’ di vocabolario del cinese.
4: LA LINGUA È “PROGETTATA IN MANIERA BRILLANTE”
Lo Hangul è uno dei più giovani alfabeti del mondo, ma sembrerebbe che abbia preso spunto dagli esempi migliori. I linguisti adorano il coreano: lo descrivono come “il più perfetto sistema fonetico mai elaborato”, con un alfabeto che calza la lingua come un guanto.
5: LA FORMA DELLE LETTERE IMITA QUELLA DELLA LINGUA
Quando osservate la forma delle lettere, vi rendete conto che imitano quella che assume la vostra lingua quando le pronunciate.
6: SOSTANTIVI SPECIALI, E TERMINAZIONI VERBALI, INDICANO MODALITÀ FORMALI
Formalismo, educazione, e status, sono una cosa seria. Sostantivi speciali e terminazioni verbali vengono usate per mostrare rispetto alla persona con cui si sta parlando. Questa è anche una ragione per cui gli affari internazionali richiedono dei traduttori coreani di talento. Le sfumature sono in quest’idioma molto importanti.
7: I COREANI ADOPERANO SPESSO PRONOMI COLLETTIVI
I coreani usano spesso i pronomi collettivi come “noi” o “ci”, piuttosto che “io” o “mi”. Ciò deriva dall’ispirazione comunitaria della cultura e società coreana. Imparare come e quando impiegare le differenze costituisce una sottile sfumatura, che richiede agli stranieri anni per essere compresa.
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8: CI SONO DUE TIPI DI NUMERI
Vi sono due sistemi di numerazione. Uno di questi impiega elementi originali del coreano; si usa per tutti i numeri fino al 99, per enumerare oggetti, esprimere tempo, distanze, date, e per parlare dell’età. Tutti gli altri numeri sopra il 100 sono derivati dal cinese.
9: CI SONO NETTE DIFFERENZE FRA IL COREANO DEL NORD E QUELLO DEL SUD
Comincia anche a verificarsi una deriva linguistica fra Corea del Nord e Corea del Sud. I due Paesi hanno sviluppato distinti vocabolari, sistemi di pronuncia, e regole grammaticali.
10: ESISTE UNA FESTA NAZIONALE IN ONORE DELL’IDIOMA
C’è però una cosa sulla quale Nord e Sud Corea possono trovarsi d’accordo: entrambe amano così tanto il proprio idioma da avergli dedicato una festa nazionale per celebrarlo. In ambedue i Paesi.
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